di Andrea Marinelli
L’annuncio della Casa Bianca: Joe Biden riapre le frontiere degli Usa ai turisti stranieri «completamente vaccinati». Dopo un anno e mezzo di stop forzato, l’attesa è finita
1 – Chi potrà tornare negli Stati Uniti?
Da oltre 500 giorni potevano entrare negli Stati Uniti soltanto i cittadini americani e coloro in possesso di visti permanenti, oltre ad alcune categorie che avevano permessi speciali. A partire da novembre, ma ancora non c’è una data certa, le frontiere saranno riaperte per i 26 Paesi dell’Unione europea, fra cui l’Italia, e per Cina, India, Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa, Iran e Brasile. Il regolamento non si applica invece a chi attraversa via terra le frontiere con Canada e Messico. Il sistema, ha spiegato il coordinatore per il Covid della Casa Bianca Jeff Zients, «sarà basato sugli individui, invece che su un approccio per Paese».
2 – Cosa serve per poter viaggiare negli Usa?
I cittadini stranieri dovranno dimostrare di essere vaccinati con due dosi dei sieri approvati dall’Fda – Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson – e avere un tampone negativo effettuato nelle 72 ore precedenti alla partenza. Il Centers for Disease Control and Prevention deciderà poi se aprire le frontiere anche a coloro che sono immunizzati con vaccini non approvati, in particolare AstraZeneca. Non sarà richiesta la quarantena e sono previste eccezioni, in particolare per i bambini in età non vaccinabile. I cittadini americani non immunizzati che tornano in patria dovranno invece avere un tampone negativo nelle 24 ore precedenti alla partenza e dovranno provare l’acquisto di un test da effettuare una volta arrivati negli Stati Uniti.
3 – Cosa è cambiato?
Il 15 settembre Zients aveva detto che la variante Delta impediva di riaprire le frontiere. Cinque giorni dopo ha annunciato la riapertura, spiegando che il tasso di vaccinazione globale ha spinto l’amministrazione a riconsiderare il divieto. Il perno del nuovo sistema saranno le compagnie aeree, che riceveranno dal Cdc il mandato di raccogliere i dati dei passeggeri diretti negli Stati Uniti, fra cui telefono e indirizzo email, fungendo da «sistema di sorveglianza sanitario». I dati serviranno a tracciare i passeggeri potenzialmente esposti al virus, che potranno essere contattati dal Cdc e dalle autorità locali e statali.