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Tra guariti e vaccinati un italiano su due è immune: ospedali liberi a metà giugno, via la mascherina da settembre

Non esiste il manuale della ripartenza. A un certo punto, negli ultimi verbali del Comitato tecnico scientifico, si legge anche questa frase. Ma a distanza di quasi un mese, con i dati che verranno esaminati oggi dalla Cabina di regia del governo, è possibile fare un primo bilancio, per capire quanto fosse più o meno ragionato il rischio di Mario DraghiE soprattutto se la scelta di guadagnare tempo con l’avanzata della campagna vaccinale sta reggendo alle nuove scosse del virus sotto forma delle sue innumerevoli varianti.

L’obiettivo

La corsa delle vaccinazioni ha come primo traguardo la percentuale del 75 per cento di italiani vaccinati. Al netto di ogni approssimazione o colpo di coda del virus, come eventuali perdite di immunità, varcare quella soglia significa dire addio a ogni limitazione, mantenendo in vigore solo le regole di partenza, mascherina, distanziamento, sanificazione delle mani. A questa quota ci si arriva seguendo l’indice di trasmissibilità, l’ormai famoso R0. All’inizio era di circa 3: ogni persona, senza immunità di qualunque genere e restrizioni, ne poteva infettare altre tre. Su questo dato si sono basate le misure prese dai governi di tutto il mondo. Nel 2021 la variante inglese, che oggi ha una prevalenza di quasi il 90%, ha obbligato quasi tutti a rifare la tara. Se dovesse diffondersi in una popolazione non ancora immunizzata alle percentuali di cui sopra e dove vige una sorta di liberi tutti, l’R0 potrebbe salire a 4. In qualche modo, senza che ce ne rendiamo conto, è in corso una gara contro il tempo, vaccinazioni contro incedere del virus. L’eliminazione della malattia richiede un R0 inferiore a 1, che renderebbe improbabile il contagio. Per passare da 4 a 1, significa che va ridotta del 75% la trasmissibilità del virus. Da qui deriva la necessità di immunizzare i tre quarti della popolazione. Non ci sono altre alternative per evitare un ritorno alle misure di contenimento dei mesi scorsi. In questa fase diventa ancora più fondamentale il tracciamento continuo dei nuovi casi di positività, di competenza delle singole Regioni. Fino a oggi non è certo andato bene. A dirla tutta, è stato un disastro nel disastro.

Fonte: https://www.corriere.it/cronache/21_maggio_21/covid-italiani-vaccinati-quanti-mascherina-68a39c96-b9ab-11eb-9c80-c1fe6e22b062.shtml?&appunica=true

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