Malgrado tutte le difficoltà, anche l’Italia si sta muovendo in direzione di una semplificazione delle regole per chi viaggia, sia in Europa sia nel resto del mondo.
I corridoi
Innanzitutto, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza proroga fino al 30 giugno le misure relative ai ‘Corridoi turistici Covid-free’ e, dal 1 febbraio, le estende ad altre sei destinazioni: Cuba, Singapore, Turchia, Tailandia (limitatamente all’isola di Phuket), Oman e Polinesia francese.
Come riportato da SkyTg24, i corridoi turistici, che finora erano attivi per Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam), permettono ai viaggiatori di essere esentati dal rispetto degli obblighi di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario a patto che siano rispettate alcune condizioni, fra le quali il possesso del travel pass e la certificazione che attesta il completamento del ciclo vaccinale o la guarigione.
Inoltre devono sottoporsi a un test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti la partenza e a un altro test negativo nelle 48 ore prima del rientro in Italia. Il test va ripetuto anche all’arrivo in Italia e, nel caso in cui la permanenza all’estero superi i 7 giorni, anche in loco
L’ordinanza specifica che il test molecolare o antigenico previsto all’ingresso nel territorio nazionale “può essere effettuato entro le 24 ore successive al rientro nel territorio nazionale, con obbligo di isolamento fiduciario fino all’esito dello stesso”.
Inoltre, “gli operatori turisticicomunicano ai competenti Uffici del ministero della Salute, almeno cinque giorni prima del loro ingresso, la lista dei passeggeri che fanno rientro sul territorio nazionale, nonché dei singoli Paesi di provenienza e degli aeroporti di arrivo”
Per chi arriva dai Paesi Ue
Con la stessa ordinanza, Speranza ha allentato anche le limitazioni previste all’ingresso in Italia per chi arriva o rientra da un Paese dell’Unione europea. Da domani e fino al 15 marzo, chi rientra in questa categoria non dovrà più presentare in ogni caso un test covid, ma sarà sufficiente l’Eu Digital Covid Certificate, che attesta la guarigione, l’avvenuta vaccinazione o il fatto che una persona sia risultata negativa. Una volta nel Paese, i turisti stranieri dovranno comunque rispettare le norme in vigore nel territorio italiano.
Regole diverse anche in Europa
Altri Paesi continuano, però, a prevedere obblighi aggiuntivi al Green pass. Chi arriva in Francia, per esempio, deve compilare la dichiarazione di assenza di sintomi scaricabile alla pagina del ministero dell’Interno francese, a prescindere dall’avvenuto completamento del ciclo vaccinale e anche se minore. La compilazione di un ‘formulario di salute pubblica’ è richiesta anche in Spagna dove ogni viaggiatore – a prescindere dal Paese di provenienza – è sottoposto al controllo della temperatura corporea.
L’Austria, invece, richiede di esibire un test molecolare negativo, fatto nelle 72 ore precedenti, in aggiunta al certificato vaccinale o alla prova di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. Sono esonerati dal test (e da ogni quarantena) coloro che hanno già ricevuto il richiamo del vaccino o che possono dimostrare di essere guariti da infezione Covid negli ultimi 90 giorni.
Resta la lista E
Non bisogna, però, dimenticare che c’è una lista di Paesi dove gli italiani non possono recarsi se non per motivi di lavoro, salute, studio, assoluta emergenza o “rientro presso il domicilio, l’abitazione o la residenza propri o di persona, anche non convivente, con cui vi sia una relazione affettiva stabile e comprovata”. Si tratta di tutti quegli Stati compresi nel cosiddetto Elenco E. E anche chi arriva da uno degli Stati dell’elenco E, o ci ha anche solo transitato o soggiornato nei 14 giorni precedenti, non può arrivare liberamente in Italia. In questo caso, l’ingresso nel nostro Paese è ora consentito solo per motivi di lavoro, studio, salute, assoluta urgenza, rientro presso domicilio/residenza/abitazione.
Tranne alcune eccezioni, chi arriva da uno di questi Paesi deve presentare il Plf ed esibire un tampone con esito negativo. In alcuni casi è previsto anche un periodo di isolamento fiduciario e, al suo termine, l’obbligo di effettuare un nuovo test.